mercoledì 20 maggio 2015

Storia della filosofia, lezione 3: Talete, Anassimandro e Anassimene

Eisenberg e l'intuizione fisica dei greci



Con questa terza lezione di Storia della filosofia ci addentriamo nel pensiero filosofico vero e proprio; lo facciamo affrontando le teorie dei primi tre filosofi della storia: Talete, Anassimandro e Anassimene.
Pionieri di una filosofia e una scienza ancora in stato embrionale, le loro intuizioni influenzeranno non solo la filosofia antica, ma tutto il pensiero occidentale.

In questo breve approfondimento voglio focalizzare l'attenzione su un testo di Werner Heisenberg e sul filo ininterrotto che collega le intuizioni dei filosofi naturalisti con la fisica moderna.
Heisenberg è stato uno dei più importanti fisici del Novecento, nonché premio Nobel nel 1932 per la creazione della Meccanica Quantistica.
Nel suo libro, Fisica e filosofia, analizza l'importanza che i concetti filosofici hanno avuto per l'evoluzione della scienza e, allo stesso tempo, come le nuove scoperte fisiche stanno influenzando i concetti filosofici.
Nel capitolo L'interpretazione di Copenaghen della teoria dei quanta, Heisenberg si sofferma sui filosofi naturalisti, esponendo le loro teorie con un veloce e puntuale excursus.
In particolare, rileva come ogni intuizione di questi filosofi sia tesa a risolvere due problemi fondamentali: il rilevamento della sostanzia primaria e se essa sia una sostanza conosciuta o qualcosa di completamente diverso.
La stessa cosa avviene nella fisica atomica moderna.
"I fisici cercano oggi di trovare per la materia una legge fondamentale del movimento da cui possano derivarsi matematicamente tutte le particelle elementari e le loro proprietà." 
E questa ricerca può condurre a due risultati; l'equazione può riferirsi o a onde di tipo noto (di protoni e mesoni), o a onde di carattere completamente diverso, che non hanno nulla a che fare con le particelle elementari.
Stando a quanto riporta Heisenberg, la seconda opzione è quella seguita dai ricercatori, che ha come conseguenza la riduzione di tutte le particelle elementari ad un principio (un arché, utilizzando la terminologia greca) che può essere chiamato "energia" o "materia", ma che non preferirebbe una particella elementare piuttosto di un'altra.
Da questo punto di vista, il primo a intuire un principio di questo genere è proprio Anassimandro, con la teoria dell'apeiron che vi invito ad approfondire nella terza lezione di Storia della filosofia.
Al contrario, Talete e Anassimene si inserirebbero nella prima linea di ricerca.
L'analisi di Heisenberg continua poi con l'esposizione delle dottrine di Eraclito, il filosofo antico che più di tutti si avvicina all'ideale del cosmo così come delineato dalla scienza, ma che sarà argomento della prossima lezione.

Testo di riferimento: Fisica e filosofia - Werner Heisenberg

Daniele Palmieri

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