lunedì 1 giugno 2015

Libertà, qual è la tua vera natura? Recensione: "Il lamento di Prometeo", prima puntata de I monologhi del destino

Esordio più che positivo per "I monologhi del destino", una webserie che promette cultura e qualità



La prima puntata de "I monologhi del destino" è finalmente online; e non si poteva pensare a un inizio migliore per questa webserie che punta a rinnovare il mondo del teatro trasferendolo su Youtube, utilizzando la cultura antica come cavallo di Troia.
Questo è l'aspetto più innovativo de "I monologhi del destino"; antico e moderno, passato e presente si fondono per generare un prodotto nuovo, che affonda le sue radici nella vastissima cultura della civiltà classica e che estende i suoi rami verso le nuove tecniche di comunicazione e di condivisione di contenuti.
E lo fa partendo da uno degli eroi della Grecia Antica che più rappresenta l'innovazione, il progresso, la volontà di superare il limite: Prometeo.
Prometeo è il protagonista del primo monologo, intitolato, appunto, "Il lamento di Prometeo".
Colpevole di aver rubato il fuoco agli déi per donarlo agli uomini, da lui plasmati, è costretto a subire il supplizio eterno a cui Zeus l'ha condannato: vedersi squarciare il ventre da un'aquila che ogni notte gli divora il fegato; fegato che la mattina dopo ricrescerà, affinché la tortura non abbia mai fine.
Ed è proprio un Prometeo dilaniato dal dolore quello che ci troviamo di fronte; non il divino demiurgo dell'uomo, conoscitore dei segreti della natura, bensì il Prometeo "uomo", il Prometeo fragile come le creature di argilla che egli stesso ha generato, il Prometeo che conosce tutti i segreti della natura eccetto uno: la libertà.
"Libertà, qual è la tua vera natura?" è il quesito che apre il monologo; domanda che riecheggia in ogni parola sofferta che il titano pronuncia, incatenato alla roccia in attesa del supplizio.
Libertà che sembra non esistere in un mondo dominato dal fato e dalla legge dispotica di Zeus, che tratta i mortali come se fossero un suo capriccio.
Ma è davvero così? La sofferta consapevolezza che Prometeo raggiunge a termine del monologo sembra mettere in dubbio l'onnipotenza del fato e degli déi, la cui fragile perfezione è nulla in confronto alla divina imperfezione dei mortali.

"Il lamento di Prometeo", dunque, è promosso a pieni voti, sotto tutti i punti di vista.
La sceneggiatura Alessandro Autore sembra scritta dalle mani di un tragediografo greco e restituisce la figura di un Prometeo i cui dubbi e le cui sofferenze sono quelle di ogni uomo, di ogni epoca.
L'interpretazione di Francesco Passero dà vita in maniera magistrale ai travagli fisici e psicologici del titano tramite una recitazione espressiva, evocativa, che trasforma il Prometeo letterario e mitologico in un uomo in carne e ossa.
A tutto ciò si aggiunge l'ottima regia di Massimo Cerullo che, con i suoi primi piani, accentua il pathos dei momenti più drammatici e incisivi del monologo.
Una menzione speciale anche alla colonna sonora di Martina di Nardo, In the hands of destiny, la ciliegina sulla torta per godersi anche i titoli di coda.

Per concludere, non resta che iscriversi al canale Youtube, aspettare la seconda puntata, "L'eterno incorporeo", che verrà pubblicata sabato sei giugno e fare i complimenti a tutti i membri del progetto!

Daniele Palmieri

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