sabato 30 gennaio 2016

Sette risposte al non-senso omofobo




Quante volte vi sarà capitato di discutere con l'omofobo di turno che, dall'alto della sua saggezza divina, dispensa le sue pillole di conoscenza all'estratto di "luogo comune"?
Se siete stufi di ascoltare i loro mantra incessanti, privi di qualsivoglia argomentazione logica, ecco una piccola guida che smonta punto le loro litanie più comuni:



1) "La famiglia naturale è composta da uomo e donna".

Famiglia "naturale"? Come dimostrava già Mill nel 1800, la parola "naturale" significa tutto e niente. Ogni cosa che avviene in Natura è naturale, di conseguenza la famiglia omogenitoriale è naturale tanto quanto quella eterogenitoriale.
La famiglia è una: quella di persone che si amano. Di due genitori (di sesso diverso o dello stesso sesso) che si amano a vicenda e che amano i loro figli.

2) "I bambini non c'entrano nulla".


Come se affidare dei bambini orfani a genitori dello stesso sesso che potrebbero dargli amore, una casa e una famiglia fosse per loro una condanna. Sicuramente sarebbe più traumatico che vivere tutta l'infanzia in un orfanotrofio; mi raccomando, lasciamoli lì. 

Senza contare che oltre alle coppie etero desiderose di adottare un bambino ci sarebbero anche quelle omo e dunque ci sarebbero molte più possibilità da parte di un orfano di essere adottato, e a quel punto andateglielo a chiedere se preferisce l'una o l'altra famiglia, perché sono sicuro che la sua risposta sarebbe indifferente.

3) "I bambini ne risentirebbero psicologicamente" (frase che poi è un corollario della prima).

Senza contare il fatto che, tra un orfanotrofio e una famiglia omogenitoriale stabile e che rispetta le condizioni legali dell'adozione, sfido chiunque a considerare la seconda condizione più traumatica della prima senza dover mettere da parte la propria onestà intellettuale, uno studio dell'università di Melbourne su 315 genitori e 500 bambini adottati da coppie dello stesso sesso ha messo come l'adozione da parte di genitori dello stesso sesso non abbia in alcun modo intaccato la loro salute psicologica.
Molti aderenti al Family Day saranno già pronti a rispondere con un secondo studio dell'università di Austin del Texas che invece sostiene l'esatto contrario. Il problema è che quest'ultimo fu pesantemente condizionato dal fatto che non abbia preso in considerazione soltanto le famiglie omogenitoriali, ma in maniera più generica quelle famiglie (anche eterogenitoriali) in cui uno dei partner ha avuto esperienze omosessuali. Ciò fece rientrare nella ricerca:  detenuti etero che in carcere hanno fatto sesso con altri uomini; una donna quarantenne che scoprì la sua omosessualità quando i figli erano ormai cresciuti e che, per questo, divorziò dal marito per andare con un'altra donna; una prostituta sposata eterosessuale che occasionalmente offriva i propri servizi alle donne; uomini sposati che tradivano la moglie con un amante del loro stesso sesso. Sul campione totale gli individui cresciuti in famiglie gay finiscono per essere un campione irrilevante, di certo esiguo rispetto allo studio di Melbourne.

4) "I bambini hanno bisogno di una figura femminile di riferimento".

Quattro semplici considerazioni:
1) I bambini orfani hanno già perso la propria figura femminile di riferimento.
2) Con due mamme avrebbero BEN DUE figure femminili di riferimento!
3) Lo studio citato in precedenza dimostra che ciò di cui ha bisogno un bambino è una famiglia stabile, che possa dargli amore, indipendentemente dal sesso dei genitori.
4) Nel caso di genitori uomini, ci sarebbero le rispettive nonne (e magari anche le zie) a fare da figura femminile di riferimento.

5) "I gay vogliono solo comprare i bambini".

Si parla della pratica dell'utero in affitto. Personalmente, sono contrario a questa pratica, ma non mi sento di giudicare le persone (eterosessuali o omosessuali) che vi ricorrono (le prime perché sterili le seconde, appunto, perché non possono avere figli).
Legalizzare l'adozione alle coppie omosessuali non significa legalizzare "la vendita di bambini", per una semplice ragione: in Italia l'usanza dell'utero in affitto (che, in ogni caso, non si tratta di vendita di bambini) è proibita per legge. Ciò non toglie che vi siano persone che vi ricorrono (sia omosessuali sia eterosessuali) e, a questo punto, compito della legge dovrebbe essere quello di tutelare questi figli che già esistono e che si trovano in un vuoto istituzionale. Difatti, se per un motivo o per l'altro il genitore biologico di questi bambini venisse a mancare, non continuerebbero a vivere con il partner di quest'ultimo ma verrebbero mandati in orfanotrofio, visto che il partner, ora come ora, non ha alcun riconoscimento giuridico.
In questa ottica è stata formulata la Stepchild adoption di cui, tra le altre cose, già beneficiano le coppie eterosessuali.
(Per fare un esempio pratico: Marco e Giovanni sono andati all'estero per concepire un figlio con gli spermatozoi di Marco. Il figlio nasce, loro vengono in Italia e Marco è considerato il padre biologico. Marco però muore. A questo punto, in assenza di Stepchild adoption e di qualsiasi altro riconoscimento giuridico per Giovanni, il figlio viene considerato dalla legge come "orfano" e finisce in orfanotrofio, anziché continuare a vivere con Giovanni).

6) "Non ho nulla contro i gay, ma con questa storia dei matrimoni, delle adozioni  e delle manifestazioni vogliono solo mettersi in mostra".


Non si tratta di mettersi in mostra ma di far sentire la propria voce per ottenere dei diritti che vengono negati. E' come se si sostenesse che Rosa Parks quando si è seduta sull'autobus volesse mettersi in mostra.


7) "I gay possono pensare che sia giusto per loro sposarsi e adottare figli, ma non possono costringermi di pensare il contrario, ledono la mia libertà di opinione".

Certe situazioni non sono entro il dominio delle opinioni. Un libro può piacere o non piacere, un film può piacere o non può piacere e se ne può discutere quanto se ne vuole. Ma in materia di diritti il campo delle opinioni si restringe, non può essere così vasto.Dire nel 21° secolo "i negri puzzano e non dovrebbero salire sull'autobus" non è un'opinione, è un crimine, perché è un'istigazione alla discriminazione e alla privazione di un diritto altrui. Lo stesso concetto si applica a ogni "opinione" che lede la libertà di altre persone, come nel caso della libertà delle coppie omo di essere riconosciute a livello civile e di formarsi una famiglia.

Per concludere, vorrei congedarmi con una breve disamina del termine "omofobo". Molte persone si indignano a essere chiamate omofobe solo perché sono contrarie al matrimonio e all'adozione alle coppie gay. "Ho tanti amici gay ma..." "Non ho nulla contro i gay ma..." "I gay possono fare quello che vogliono ma...".
Quel "ma", che all'apparenza è una congiunzione da nulla, in realtà è la madre di tutte le discriminazioni. Se davvero non si ha nulla contro i gay significa che (giustamente) non si fanno discriminazioni in base alle tendenze sessuali; il che significa che si dovrebbe essere a favore di riconoscere loro TUTTI i diritti che sono propri degli etero. 
MA le persone che aggiungono quel "ma" nelle loro frasi continueranno ad essere, in tutto e per tutto,degli omofobi perché, più o meno consapevolmente stanno negando ad altri gli stessi diritti di cui loro godono solo in base alla loro tendenza sessuale.
Non si può essere "solo in parte" a favore dei diritti di qualcuno. O lo si è o non lo si è; la zona grigia in mezzo ti rende, a tutti gli effetti, un oppressore.

Daniele Palmieri

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